Stimato amico ricercatore, AGEAC ti dà il benvenuto alla Gnyana indostana, alla Sophia greca, alla conoscenza millenaria che possedevano le grandi culture del passato. Una conoscenza rivelatrice che ha permesso all’uomo di conoscere la ragione della propria esistenza…
Ora ti trovi nel vestibolo della saggezza, in quel santuario in cui studiarono e praticarono uomini della taglia di Confucio, Buddha, Gesù, Salomone, Omero, Pitagora, Platone, Socrate, Hermes Trismegisto, Dante Alighieri, ecc…
Il cammino davanti a te è enormemente gratificante però devi sapere che non ti sarà facile, poiché aspirare alla saggezza è una cosa, ma perseverare nella sua ricerca tutta la vita fino a trovarla è una cosa molto differente.
Sono due i grandi ostacoli con cui dovrai confrontarti:
Da una parte l’enorme carosello di opportunità e sensazioni che la vita ti offre (che siano necessarie o no) che nel loro insieme sogliono accaparrarsi il tempo di uomini e donne.
Dall’altra parte una grande vetrina di insegnamenti, molti dei quali persino vincolati a principi di bontà, libertà, felicità… ma che genereranno in te copiosi dubbi, dato che non saprai quale di questi fa parte della verità.
Ma per salvarti da questi impedimenti ricordati due cose molto importanti:
Vivere per vivere, senza cercare di rispondere a se stessi chi si è, da dove si viene, dove si va, qual è l’obiettivo dell’esistenza è di fatto avere gli occhi chiusi senza volerli mai aprire. E con la mano sul cuore rispondi a te stesso: può esserci qualcosa di più triste nella vita che voler proseguire nell’oscurità?
Solo una conoscenza pratica che permetta allo studente di verificarne personalmente i precetti ed enunciati può tirarci fuori dal confuso labirinto delle teorie. Quell’insegnamento che non trova un’applicazione pratica nella vita non è altro che una semplice acrobazia del pensiero che non porta da nessuna parte.
Ma se tu, apprezzato lettore, sei arrivato fin qui perché la saggezza è dolce alla tua anima e credi che nella vita ci sia qualcosa di più che nascere, crescere, invecchiare e morire; allora ti invitiamo a prendere lo scudo della tua fede e ad avanzare con passo deciso che sia in favore del vento o contro tutti i venti… Tuttavia ricordati sempre: «Noi non osiamo fare tante cose non perché sono difficili, sono difficili perché non osiamo farle». Seneca
Ignoranti, quem portum petat, nullus suus ventus est.
«Nessun vento è favorevole per chi non sa a che porto andare»
L’Associazione Geofilosofica di Studi Antropologici e Culturali è un’istituzione umanistica, filosofica e antropologica, la cui ragion d’essere è quella di investigare i valori culturali sommersi nelle tradizioni, nel folclore, nella mitologia, nella filosofia, nell’arte, nei costumi e nelle credenze di tutti i popoli dell’antichità con il fine di estrarne i principi e i valori che permettano all’uomo moderno di vivere in un modo più cosciente e intelligente.
La nostra istituzione fu fondata in Spagna nel 1989 ed è, al giorno d’oggi, un’istituzione internazionale presente in più di 48 paesi dei cinque continenti, composta da persone di un ampio ambito di attività professionali, tutte interessate a nvestigare e portare all’attualità i grandi insegnamenti universali del passato.
La nostra istituzione non persegue fini di lucro affinché tutte le persone, senza distinzione di livello sociale o economico, possano beneficiare dei suoi corsi e ricerche.
Anche se nelle nostre associazioni si studiano, tra i molti aspetti della cultura umana, le differenti religioni che sono esistite nel mondo, la nostra istituzione non è una religione. La nostra associazione rispetta le credenze individuali dei suoi affiliati e ai suoi corsi partecipano persone di diversi credi e filosofie.
La nostra istituzione, per dare un adeguato compimento ai suoi fini e obiettivi, esercita distinte attività in forma periodica, tra le quali figurano le seguenti:
Editare opere che comprendano tutti i temi inerenti allo sviluppo integrale dell’essere umano e alla conoscenza universale.
Celebrare accordi e interscambi di amicizia e mutuo aiuto con organismi culturali nazionali e internazionali.
Realizzare, in base alle proprie ricerche antropologiche, filosofiche e mistiche, pratiche ed esercizi che contribuiscano a suscitare nell’uomo una percezione più obiettiva della natura e del cosmo, così come ci è stato insegnato dalle antiche discipline delle grandi culture del passato.
Celebrare periodicamente conferenze, congressi, incontri, riunioni e convivenze a livello nazionale e internazionale.
Studiare e fare ricerche sulle differenti correnti del pensiero filosofico, mistico, scientifico e artistico delle grandi celebrità di tutte le epoche e luoghi.
Realizzare corsi e seminari per la diffusione delle conoscenze summenzionate.
Dato che la nostra istituzione si basa sul rispetto del libero arbitrio delle persone, tutte le attività che realizzano i membri delle nostre associazioni sono sempre di carattere volontario.
La nostra istituzione come associazione culturale presente in un gran numero di paesi ha celebrato vari eventi internazionali dalla sua fondazione:
Ed alcuni eventi a livello nazionale:
È noto che il termine ‘filosofia’ etimologicamente deriva dai vocaboli greci phileo (amore) e sophia (saggezza). Significa quindi amore per la saggezza. Il verbo phileo, oltre che amare, ha il significato di aspirare (aspirare alla saggezza).
L’introduzione del termine filosofo viene attribuita a Pitagora (496-580 A.C.) quando Leonte, re dei fliasi gli chiese di cosa si occupasse e Pitagora gli rispose che non era saggio (sofos), ma semplicemente un filosofo (amante della saggezza, aspirante alla stessa).
Molto prima di Pitagora numerose anime avevano aspirato alla saggezza, uomini e donne che ansiosamente cercarono di risolvere i grandi enigmi della creazione: chi siamo realmente? Con quale obiettivo siamo venuti al mondo? Qual è l’origine dell’universo? Dove ebbe inizio la vita? Esiste un’intelligenza dietro alla creazione? Esistiamo prima della nascita? Esisteremo dopo la morte? È il caso a portare nella nostra vita allegrie o disgrazie o esiste un destino già scritto?…
Come diceva Jung: «La ragione da sola non basta», perciò, così come sono molti i semi che l’albero dà e pochi quelli che riescono a germogliare e a dare i loro frutti, la maggioranza di quegli aspiranti alla saggezza sono rimasti per strada, limitati dalla conoscenza dispensata dal raziocinio. Il fatto è che la ragione schiavizza l’uomo nei dogmi, pre- giudizi, concetti e teorie. Giustamente Goethe affermò : «È grigia ogni teoria e verde è l’albero d’oro della vita».
Solo alcuni, supportati da una filosofia superiore, riuscirono a liberarsi dai venti mutanti dell’intelletto per riuscire a raggiungere le cime della vera saggezza, mediante l’esperienza cosciente. Tra di essi: Confucio, Buddha, Gesù, Salomone, Omero, Pitagora, Platone, Socrate, Hermes Trismegisto, Dante Alighieri, ecc.
Ci troviamo quindi di fronte a due tipi di filosofia: una che oggi è e domani non è, dato che quello che oggi la mente afferma di essere bianco, domani lo cataloga come nero, e un’altra che è sempre stata quello che è, immutabile e eterna, poiché non varia con il passare dei secoli. La prima, soggettiva, limitata dalla capacità conoscitiva degli aspiranti a Sophia. La seconda, oggettiva e verace, sostenuta dalla coscienza sveglia e capace di rispondere in modo serio e reale a tutti gli interrogativi che l’uomo si può rivolgere.
Richiama molto l’attenzione che nell’esaminare profondamente tutti i miti, i credi, le leggende, i simboli, i culti, ecc. delle grandi culture del passato si intraveda qualcosa di più che mere coincidenze. Lo studio minuzioso di questi, libero da pregiudizi, ci ha permesso di scoprire un intenso nesso tra di loro, un misterioso comun denominatore che li allaccia. Senza timore di sbagliarci possiamo affermare che i più eminenti saggi dell’antichità ebbero accesso a questa philosophia perennis et universalis che molti cercarono e pochi trovarono.
Questa filosofia trascendente, capace di concedere all’uomo le chiavi del risveglio intimo per poter apprendere con esso le grandi verità della vita e della morte, non è esclusiva di nessun popolo, di nessun credo, di nessuna cultura, poiché è stata sempre presente attraverso i secoli nei quattro punti cardinali del mondo. Questa è la filosofia universale di Gea, dea che nella mitologia greca rappresenta la Terra, e dalla quale deriva il prefisso Geo. Questa è per noi la Geo-Filosofia, come noi l’abbiamo battezzata, la filosofia universale della Terra perché è presente in tutti gli angoli di questo mondo e non è esclusiva di nessuno dei suoi discendenti (le differenti culture).
La geofilosofia è in opposizione alla filosofia puramente speculativa, poiché afferma, come abbiamo detto anteriormente, che esiste un potere superiore alla mente che giace nella coscienza dell’essere umano e che è possibile risvegliare fino a limiti inimmaginabili. Mentre la mente ragiona la coscienza comprende. Mentre la mente specula, la coscienza percepisce.
La geofilosofia non si identifica con nessuna ideologia religiosa perché riconosce nei credi e nelle religioni del mondo intero la ricerca sincera della verità e gli elementi essenziali della filosofia eterna.
La geofilosofia afferma che è assurdo cercare fuori ciò che l’uomo porta al suo interno. In questo coincide con Jung quando questi affermò: «Colui che guarda fuori, sogna. Ma chi guarda al suo interno si sveglia».
La geofilosofia non pretende di insegnare a nessuno che cosa pensare poiché comprende che ogni dogmatismo schiavizza l’essere umano, ma al contrario incentiva il libero arbitrio e la capacità che è innata nell’uomo di riflettere e di discernere.
La geofilosofia sostiene che non c’è causa più nobile e giusta che trovare risposte su chi siamo, da dove veniamo e verso dove andiamo. È un diritto e non un’eresia conoscere gli arcani del Creatore, così è e così è rimasto scritto: «La gloria di Dio consiste nel nascondere i suoi misteri e quella dell’uomo di scoprirli.» (Proverbi: 25:2)
Ci venga permesso dall’amabile lettore chiudere questo paragrafo facendoci eco delle parole di un insigne filosofo:
«La saggezza è forte come una roccia millenaria e ardente come un fuoco che brucia. Quando l’uomo la possiede diventa immune a tutte le banalità e acquisisce fermezza di fronte ai cambiamenti inaspettati del destino umano».
Posside sapientiam, quia auro melior est
«Possedere saggezza è meglio che possedere oro»
Ti avverto, chiunque tu sia, oh tu, che desideri sondare gli Arcani della natura se non troverai dentro te stesso quello che cerchi, non potrai nemmeno trovarlo al di fuori! Se ignori l’eccellenza della tua propria casa, come puoi pretendere di incontrare altra eccellenza? In te si trova celato il tesoro dei tesori. Conosci te stesso e conoscerai l’Universo e gli Dei!”. (Iscrizione nel frontespizio del Tempio di Apollo sul Monte Parnaso, Grecia; 2500 a.C.).
Certamente, se non troviamo dentro di noi quello che cerchiamo, non potremo mai trovarlo al di fuori. Con giusta ragione Socrate affermava: “Solo la conoscenza che giunge da dentro è l’autentica conoscenza”.
In quest’epoca in cui ogni cosa ci invita ad esteriorizzarci, ad approfittare delle sensazioni che ci offre la vita, a rendere omaggio al nuovo Signore del mondo, l’edonismo… ci siamo dimenticati della cosa più importante: noi stessi.
Ridiamo e piangiamo, osiamo e temiamo, amiamo ed odiamo… e tutto ciò senza percepire la molla segreta che ci muove a questo. Crediamo di conoscerci però, che cosa sappiamo in realtà di noi? Il nostro nome ci fu dato. Il nostro corpo ci fu prestato. La nostra conoscenza fu acquisita. Dunque, chi siamo?
Esiste qualcosa di più triste nella vita che passare dalla culla alla tomba, continuando ad ignorare chi siamo e perché siamo venuti al mondo? È tragica l’esistenza di colui che muore senza aver conosciuto il motivo della sua vita…
Ognuno crede di conoscere sé stesso, però neppure remotamente sospetta di non essere “uno”, ma“molti”. Realmente la presa di coscienza dell’individualità avviene nella molteplicità. Siamo come una barca piena di gente, dove ognuno dei passeggeri vuole tenere il timone per portare la nave dove gli aggrada.
L’Io che giura amore eterno ad una dama, viene rimpiazzato da un altro Io che l’abbandona sull’altare per fuggire con un’altra. L’Io, che giura fedeltà al suo Paese, viene rimpiazzato da un altro che vende al miglior offerente i suoi segreti. L’Io che promette alla moltitudine un governo trasparente, viene rimpiazzato da un altro che maneggia denaro sporco. L’Io che oggi adora Dio, viene rimpiazzato poco tempo dopo da un altro totalmente scettico.
Negare la “dottrina dei molti” sarebbe peccare d’ingenuità, dunque non è possibile negare in alcun modo le contraddizioni intime che ognuno di noi possiede.
Se noi potessimo vederci in uno specchio interamente, esattamente come siamo, scopriremmo autonomamente, in modo diretto, questa “dottrina dei molti”.
Se avessimo una vera Individualità, se possedessimo un’unità invece che una molteplicità, saremmo anche portati alla continuità dei propositi, alla coscienza sveglia, alla costanza, alla volontà…
Abbiamo la necessità di conoscere noi stessi, per eliminare quello che non ci serve e di acquisire quello che ci manca, dobbiamo abbandonare il mondo illusorio e banale in cui viviamo, per immergerci nel grande oceano della vita che è il Reale, oltre il corpo, gli affetti e la mente.
“L’umile conoscenza di te stesso è un cammino più sicuro verso Dio, rispetto al cammino della scienza” enfatizzava Tommaso da Kempis. “C’è chi lamenta la propria stupidità, questo già non è da stupidi; è più stupido colui che senza conoscere sé stesso dice di essere intelligente” manifestava lo stesso Buddha.
Giunto a questo punto, l’amabile lettore sicuramente si domanderà: Come posso portare a termine questa trasformazione interiore? Come posso riuscire a risvegliare la coscienza? … Lasciamo allo stesso C. G. Jung che faccia luce su questa interessante questione:
Perché sia prodotta questa trasformazione risulta imprescindibile la “circumambulatio” ossia concentrarsi esclusivamente nel centro, nel luogo della trasformazione creatrice. In questo processo si viene «morsi» da animali, che significa, che bisogna esporsi agli impulsi animali dell’inconscio, senza identificarsi con essi, né «fuggire dagli stessi», poiché la fuga di fronte all’inconscio renderebbe illusorio l’oggetto del procedimento. Bisogna continuare in esso, vale a dire, il processo iniziato, in questo caso dall’auto-osservazione, deve essere vissuto in tutte le sue peripezie, per poi connetterlo al cosciente mediante la migliore comprensione possibile. (Psicologia e Alchimia).
Questi animali che mordono, sono senza dubbio gli animali del desiderio che portiamo nel nostro interiore, gli “aggregati psicologici” come sono denominati in Oriente, gli “Io” della psicologia sperimentale, i difetti o debolezze dei distinti Credo. Essi affondano i loro denti affilati nelle nostre intime carni per succhiare le nostre energie mentali, emozionali o volitive. Come scrive Jung, non è scappando da queste bestie interne che possiamo trasformarci. Ma al contrario, ciò che conviene è osservarle, come la polizia osserva il ladro che vagabonda attorno a casa, aspettando che commetta il delitto per poterlo cogliere in flagrante.
La base è l’AUTO-OSSERVAZIONE. Chi non si osserva non si conosce, e chi non si conosce non può cambiare.
Mano a mano che si pratica l’auto-osservazione interiore si viene a scoprire da sé, che molta gente, molti “Io”, vivono dentro alla nostra propria personalità.
Il senso dell’auto-osservazione intima risulta atrofizzato in tutti gli esseri umani, però esercitandolo, auto-osservandosi di momento in momento, questo senso si svilupperà progressivamente.
Mano a mano che il senso dell’auto-osservazione prosegue il suo sviluppo, mediante il suo continuo utilizzo, ci renderemo ogni volta più capaci di percepire direttamente quegli Io di cui non avevamo alcun dato relazionato alla loro esistenza.
Abbiamo formato dei falsi concetti su noi stessi … Molte cose che credevamo di non avere, le abbiamo e molte che credevamo di avere, non le abbiamo. Supponiamo di possedere tale o quale qualità che in realtà non possediamo, e molte virtù che possediamo certamente le ignoriamo.
Siamo i tristi personaggi descritti da Platone nel suo Mito della caverna, individui incatenati che prendono per reali le ombre proiettate dagli oggetti che sfilano tra loro ed un fuoco risplendente. Ciò che crediamo reale è una semplice illusione.
Abbiamo bisogno di rompere le catene dell’Io, per poter risvegliare la coscienza e palpare le grandi realtà della vita e della morte.
Molti testi sacri ci parlano della necessità del risveglio, però nessuno di essi spiega chiaramente come farlo.
Indubbiamente, il primo passo per tirare fuori la coscienza dal suo sogno, è auto-osservarsi profondamente. Solo così potremo conoscere i compromessi, gli interessi, i gusti, le simpatie, ecc., di ogni Io ed al tempo stesso, le conseguenze che provoca in noi e negli altri. Però senza dubbio l’auto-osservazione non è tutto. Il Cammino, che porta all’Illuminazione, esige da noi la COMPRENSIONE e l’ELIMINAZIONE di ciò che osserviamo. Però questo, caro lettore, è un tema che necessariamente richiede di essere affrontato in un ambito differente, come quello che forniscono i nostri corsi…
Per finire, che il paziente lettore ci permetta di concludere, questo primo capitolo della scienza del RISVEGLIO, ricordando una massima di Sant’Agostino:
NOLI FORAS IRE, IN TEIPSUM REDDI; IN INTERIORE HOMINE HABITAT VERITAS
«Non andare fuori, entra in te stesso: all'interno dell’uomo risiede la verità.»
Il termine antropologia deriva dalle radici greche anthropos, uomo e logos, trattato. Esso configura quindi la denominazione di questa meravigliosa scienza con i seguenti termini: trattato sull’uomo.
L’antropologia psicoanalitica è una scienza imprescindibile quando si vogliono decifrare, insieme alla filosofia, domande come: chi siamo? Perché esistiamo? Da dove veniamo? Qual è il senso della vita? Dove andremo quando giungerà l’ora della nostra morte? ecc.
La nostra istituzione è perciò un’istituzione antropologica al cento per cento e, allo stesso modo, una vera amante della filosofia, in tutte le sue manifestazioni nello sviluppo del pensiero umanistico attraverso i secoli.
Homo nasce te ipsum, dichiararono i greci sul frontespizio del Tempio di Delfi, alludendo alla necessità di decifrare il mistero della vita e della morte, come finalità ultima dell’autentica filosofia.
Questa è la ricerca che facciamo nei nostri studi ed è per questo che ci basiamo sull’antropologia e sulla filosofia universale. Ciò che interessa alla nostra istituzione è di portare i suoi affiliati verso la pienezza morale, etica, animica, psichica e sociale. Questa pienezza permette all’essere umano di dare valore a sé stesso, da un punto di vista superiore e, di conseguenza, dare anche valore a ciò che lo circonda, ai suoi simili e alla vita stessa in tutte le sue manifestazioni.
Coloro che si impegnano a fare dell’antropologia un’alleata del materialismo dialettico meritano il nostro rispetto, nonostante noi, istituzionalmente, non ne condividiamo i principi. Pensiamo, assieme agli amanti dell’umanesimo, che l’antropologia non possa essere soggetta ad un’interpretazione meramente intellettuale riguardo all’eredità che ci hanno lasciato i nostri predecessori.
Perciò recitiamo insieme al dottor Samael Aun Weor:
I codici messicani, i papiri egizi, i mattoni assiri, i rotoli del Mar Morto, le strane pergamene, così come i templi antichissimi, i sacri monoliti, i vecchi geroglifici, le piramidi, i sepolcri millenari, ecc. offrono nella loro profondità un senso metafisico che sfugge definitivamente all’interpretazione letterale e che non ha mai avuto un valore esplicativo di indole esclusivamente intellettuale.
La nostra istituzione si dichiara restauratrice delle eminenti verità che hanno costituito, con il passare del tempo, il bagaglio culturale che rende la società umana un insieme trascendentale e trascendente che ne giustifica l’esistenza.
Dichiariamo infine apprezzato lettore:
«L’unico culto perfetto che si può rendere a Dio è il culto della Verità. Quel regno di Dio, il cui avvento chiedono ogni giorno meccanicamente milioni di lingue macchiate dalla menzogna, non è altro che il regno della Verità».
- Unamuno -
Sapendo che nel corso della storia l’essere umano ha trasmesso la conoscenza, non solo attraverso la scrittura, ma anche attraverso il pennello, come fecero i grandi pittori, o intagliando la pietra, o mediante formule scientifiche della fisica o della matematica. I nostri studi si basano su quelle che chiamiamo le quattro colonne della conoscenza: la Filosofia, l’Arte, la Religione e la Scienza.
Per estrarre il meglio della conoscenza filosofica, studiamo i grandi pensatori dell’umanità, come Confucio, Epicuro, Eraclito di Efeso, Carl Gustav Jung, Immanuel Kant, Lao-Tsé, Platone, Seneca, Socrate e molti altri.
Nell’arte si nascondono molti messaggi che, ben compresi, aiutano l’essere umano a svilupparsi a livello psicologico e spirituale. La Gioconda di Da Vinci, le sculture di Michelangelo, i trattati alchemici del Medioevo, le piramidi che si trovano nel mondo intero, le cattedrali gotiche, la musica di Beethoven, di Mozart, di Liszt, di Richard Wagner, le opere della letteratura universale: l’Iliade di Omero, la Divina Commedia di Dante, sono solo alcune delle grandi opere d’arte della storia umana che studiamo, analizziamo e tentiamo di svelare.
Nelle religioni di tutto il mondo, nel corso della storia, le grandi guide spirituali come Gesù Cristo, Krishna, il Buddha Siddharta Gautama, Tommaso da Kempis… hanno tentato di trasmettere lo stesso messaggio ai loro seguaci, pertanto è molto saggio fare delle analisi comparative delle grandi religioni del mondo intero. Il Cristianesimo, il Taoismo, il Buddismo, ecc., detengono messaggi e consigli che ancora oggi, pur vivendo nella nostra epoca moderna, meritano di essere studiati e analizzati.
Per comprendere meglio il mondo in cui viviamo è imprescindibile studiare alcuni rami della scienza che consideriamo essere molto utili e interessanti: la Teoria della Relatività, la Matematica Maya, le nozioni di astrologia, ecc.
AGEAC, consapevole che la libertà dell’uomo poggia sui pilastri della conoscenza, cercherà sempre di nutrirsi con la ricchezza del sapere umano espressa in varie epoche e latitudini, comprendendo inoltre che la verità non è esclusiva di nessun popolo, di nessuna religione e di nessuna cultura, ma che è presente in ciascuna di esse.
La nostra istituzione ( AGEAC ) non tollererà fanatismi dottrinari di nessuna specie, e non sarà neanche a favore del culto della personalità in nessuna delle sue manifestazioni.
AGEAC inculcherà come virtù principale il libero arbitrio delle persone proclamandosi contro ogni dogmatismo che schiavizzi l’essere umano.
L’Associazione si dichiara totalmente apolitica, di conseguenza non mischierà mai i suoi insegnamenti né condividerà alcuna tendenza di carattere politico.
L’Associazione non si identifica con nessuna ideologia religiosa concreta, piuttosto incentiverà lo studio di tutti i credi e religioni dell’intero mondo perché riconosce in tutti essi la sincera ricerca della verità.
AGEAC è e sempre sarà un’istituzione filantropica, si sosterrà principalmente con i contributi volontari dei suoi membri e mai ci saranno nei suoi obiettivi il lucro e l’acquisizione di beni.
La nostra istituzione rispetta e rispetterà sempre il libero pensiero umano. Per questo motivo tutti i postulati dottrinari di AGEAC potranno essere liberamente accettati o respinti da ogni suo membro.
AGEAC, come Associazione umanistica, non cercherà in nessun modo di svolgere un lavoro di proselitismo, poiché l’amore per la verità deve sgorgare spontaneamente nel cuore delle persone e non attraverso alcuna pressione.